venerdì 26 luglio 2013

Il volto nuovo di Praga ... discreto eppure bellissimo

Città d’arte dalla storia millenaria, capitale dal fascino antico, meta romantica dalle atmosfere lontane, luogo misterioso avvolto in brume di leggenda e magia, set di film ambientati nel passato… Praga è notoriamente tutto questo.
Lo dicono i libri, lo gridano gli spot pubblicitari, lo evocano cartoline suggestive, lo suggeriscono pellicole di successo, lo conferma chi ci è stato e ne è rimasto rapito.
Ma esiste un altro volto della capitale ceca, appena sussurrato ma non meno affascinante, la “nuova” Praga non rientra nei circuiti turistici classici, non ammicca dai cataloghi dei tour operator e si accontenta discreta dei capitoli di coda nelle guide, eppure val bene un viaggio per scoprirla.
Dal liberty al cubismo, dal funzionalismo all’architettura contemporanea, il patrimonio moderno e quello meno-antico della capitale confermano che il fascino di questa perla, riflessa nelle acque della Moldava con le sue infinite sfumature, è davvero senza età…
Nelle architetture moderniste di Praga si incarna quello che in realtà è un fenomeno nazionale, e a tratti nazionalista, come un grande libro di storia sotto il cielo, ricco di capitoli come pochi altri in Europa, la Repubblica Ceca ha immortalato nelle sue “pagine” vicende, pensieri, mode e stili di ogni epoca, dai tempi antichi a quelli moderni.
E se nei primi capitoli condivide e intreccia con altri territori esperienze e testimonianze, è sfogliando le pagine più recenti che si assiste all’affermarsi di un’identità ceca, che prende forme ed espressioni altrove sconosciute.
Insomma, nuove idee, nuove tecniche, nuovi materiali per città nuove.
In Repubblica Ceca un patrimonio architettonico straordinariamente vasto e variegato, nel XX secolo si fa addirittura unico.
Ecco allora che a Praga, accanto ad antiche vestigia, monumenti del passato ed edifici nostalgici, troviamo anche un inno di mattoni e cemento al nazionalismo, alla nuova Repubblica, alla libertà, a un nuovo corso della storia insomma.

E’ il boom delle avanguardie: cubismo e funzionalismo, da Jan Kotera e Josef Gocar in poi, i grandi architetti cechi, ridisegnano letteralmente il volto della capitale e del Paese, sottolineandone modernità, rinascita, progressismo, operosità, sobrietà e ottimismo.
Tra il XIX e il XX secolo il concetto di architettura viene stravolto dal progresso, con l’avvento dell’industria e con i grandi cambiamenti politici e sociali, non si tratta più “semplicemente” di costruire edifici e opere pubbliche.
I nuovi architetti si trovano a disporre di nuovi mezzi, tecnologie e materiali –come il cemento armato- ma anche a rispondere a nuove esigenze.
I progetti devono essere funzionali e innovativi, ma devono anche tener conto di nuovi standard estetici; inizia così l’architettura moderna, espressione della vita sociale e lavorativa dell’epoca, che nell’allora Cecoslovacchia ebbe modo di esprimersi al meglio e di raggiungere livelli internazionali.
Ispirati agli studi urbanistici di Le Corbusier, nascono quartieri e persino città nuove e modernissime.


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